Competenze relazionali nelle professioni sanitarie: quali sono e come acquisirle

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Negli ultimi decenni il sistema sanitario italiano ha vissuto e vive tutt’ora una profonda trasformazione dettata dal processo di aziendalizzazione della Sanità iniziato negli anni Novanta. Cosa si intende per aziendalizzazione lo vedremo a breve. In questo approfondimento, infatti, lo staff dell’Università online Niccolò Cusano di Brindisi cercherà di spiegare i cambiamenti in corso nei sistemi di gestione personale della Pubblica Amministrazione e cosa sono le competenze relazionali nelle professioni sanitarie.

Termineremo questa nostra guida con un riferimento al Master I livello in Gestione del coordinamento nelle professioni sanitarie attivato presso l’Università online Unicusano.

Aziendalizzazione della Sanità

Cosa significa aziendalizzazione? In maniera molto sintetica possiamo affermare che l’aziendalizzazione è la trasformazione di un ente statale in un organismo a gestione aziendale.

Il processo di aziendalizzazione della Sanità ha introdotto nel servizio sanitario grandi cambiamenti rispetto alla gestione, all’organizzazione e allo sviluppo del personale impiegato nelle strutture.

In particolare, facciamo riferimento a figure professionali quali:

  • assistenti sanitari
  • infermieri
  • dietisti
  • ostetriche
  • tecnici della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro
  • tecnici sanitari di laboratorio biomedico e di radiologia medica per immagini e radioterapia

I cambiamenti di cui parliamo hanno determinato la necessità di nuove responsabilità da parte degli operatori sia nel dare risposta alle esigenze dell’utente, sia nel creare un clima adeguatamente collaborativo per lavorare in squadra.

Sono venuti a delinearsi nuovi assetti organizzativi e nuovi ruoli al fine di rispondere sempre meglio alle esigenze del cittadino-cliente.

Un simile scenario si rende possibile solo attraverso lo sviluppo e l’acquisizione di specifiche competenze. Parliamo cioè delle competenze relazionali nelle professioni sanitarie che meglio soddisfano i bisogni dell’utenza.

La comunicazione diventa fondamentale per chi opera nelle aziende sanitarie, sia nel rapporto operatore-utente che operatore-operatore.

Come facilitare le aziende sanitarie nell’attuazione di simili cambiamenti? Con la formazione. Scopriamo di più.

Formazione e valorizzazione del personale delle Pubbliche Amministrazioni

Per comprendere meglio la funzione della formazione del personale, è doveroso fare riferimento alla Direttiva emanata dal Dipartimento della Funzione Pubblica il 13 Dicembre 2001 di cui riportiamo alcune parti esplicative.

La Direttiva, pubblicata integralmente sul sito del Ministero della Pubblica Amministrazione, sostiene che

“tutte le organizzazioni, per gestire il cambiamento e garantire un’elevata qualità dei servizi, devono fondarsi sulla conoscenza e sulle competenze.”

Ed ancora,

“Devono, pertanto, assicurare il diritto alla formazione permanente, attraverso una pianificazione e una programmazione delle attività formative che tengano conto anche delle esigenze e delle inclinazioni degli individui”.

“Questa direttiva, pertanto, richiama e impegna la responsabilità dei dirigenti nella gestione del personale e delle risorse finanziarie ad essa connesse, l’attenzione degli operatori alla qualità della formazione, all’efficienza e all’efficacia dei processi formativi.”

Per fare in modo che al cittadino siano garantite prestazioni sanitarie appropriate, da parte di professionisti competenti, la formazione diventa una priorità.

In questo ambito si parla della cosiddetta ECM, Educazione continua in medicina, processo mediante il quale gli operatori sanitari curano il proprio sviluppo professionale in maniera continua, allo scopo di crescere professionalmente e rispondere adeguatamente alle esigenze dei pazienti.

Obiettivo del sistema ECM è migliorare le competenze e le abilità cliniche, tecniche e manageriali dei professionisti, per assicurare efficacia, appropriatezza, sicurezza ed efficienza nell’attività sanitaria.

Altro importante concetto riguardante la formazione del personale sanitario è la FAD – Formazione a Distanza, strumento formativo facilmente fruibile data l’assenza di vincoli logistici e temporali, ed accessibile a tutti in qualsiasi momento.

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Competenze relazionali nelle professioni sanitarie: quali sono?

Ora che abbiamo visto l’importanza della formazione quale strumento necessario per guidare gli operatori del settore sanitario verso una nuova sanità, passiamo alle cosiddette competenze relazionali.

Il concetto di competenza, noto anche come skills, è diventato di uso comune nella presentazione del proprio curriculum vitae.

In generale le competenze personali vengono suddivise in:

  • professionali
  • relazionali
  • organizzative
  • tecniche

Vediamo di capire meglio cosa sono le competenze relazionali.

Possedere capacità e competenze relazionali è determinante per chi, nel proprio lavoro, svolge un ruolo a stretto contatto con persone quali clienti, superiori, colleghi, familiari, alunni e si trova a vivere in contesti delicati soggetti ad emozioni forti come la scuola o la sanità.

Le competenze relazionali rientrano in quelle che sono definite competenze trasversali. Si tratta di competenze che, come suggerisce il termine stesso, non si riferiscono ad una posizione professionale specifica, ma appartengono a diversi profili professionali, tra cui quelli del settore della sanità, in cui la dimensione relazionale assume un ruolo centrale.

Sono quindi capacità comunicative e relazionali che ogni professionista, in qualsiasi settore professionale, dovrebbe avere ed acquisire.

Competenze relazionali: esempi

Per capire meglio quali sono le competenze relazionali possiamo fare riferimento a due fattori molto importanti, ovvero:

  • capacità di comprendere sé stessi, quindi saper riconoscere le proprie emozioni, i propri pensieri ed osservare correttamente i propri comportamenti
  • orientamento personale verso un obiettivo, quindi dedicare le proprie risorse nella realizzazione di uno scopo, imparando a gestire le proprie emozioni ed evitando stati mentali controproducenti, come ansia eccessiva, timidezza o paura.

Persone dotate di elevata intelligenza emotiva sono persone particolarmente portate ad avere competenze personali relazionali e comunicative. Solitamente sono persone che sanno decifrare la comunicazione non verbale, come le espressioni facciali e sanno interagire con gli altri cogliendo stati d’animo e pensieri.

Saper creare relazioni di qualità con i colleghi ad esempio è fondamentale per portare avanti il lavoro in team ed influenzare positivamente gli altri.

Mappatura delle competenze in sanità

All’interno di un’organizzazione, avere una mappatura delle competenze permette di definire quali sono le competenze di cui l’organizzazione stessa dispone, quali sono i punti di forza e di debolezza, quali sono gli interventi da fare per colmare eventuali lacune ed allineare le professionalità impiegate ai bisogni dei pazienti, degli assistiti e degli utenti in generale.

Nel settore socio sanitario, la mappatura delle competenze è divenuta centrale nello studio delle figure professionali impiegate nelle strutture. In questo ambito, soggetto ad una moltitudine di norme, individuare e applicare un modello di mappatura univoco non è un compito semplice.

Esistono diversi modelli di mappatura con diverse interpretazioni delle competenze essenziali di un profilo.

Il modello che permette di evidenziare le competenze caratterizzanti ogni figura in maniera dettagliata, misurabile e certificabile è quello del metodo delle U.F.C. (Unità Formative Capitalizzabili) che descrive anche il percorso formativo da intraprendere per acquisire tali competenze.

Master I Livello in Gestione del coordinamento nelle professioni sanitarie

Per chi fosse interessato ad approfondire queste tematiche, il consiglio è seguire il Master universitario di I Livello in Gestione del coordinamento nelle professioni sanitarie, attivo per l’anno accademico 2018/2019 presso l’Unicusano. Il Master, in convenzione con la UIL FPL Formazione e l’OPES Formazione, è riservato ai soli iscritti UIL/FPL.

A coloro che supereranno verifiche intermedie e prova finale verrà rilasciato il Diploma di Master universitario di I livello in Gestione del coordinamento nelle professioni sanitarie che, sulla base della Legge n. 43 del 1.2.2006, abilita alle “funzioni di coordinamento nell’area di appartenenza”.

Come riportato sulla scheda informativa, il Master è finalizzato all’acquisizione delle seguenti capacità:

  • utilizzare le competenze di economia sanitaria e di organizzazione aziendale utili all’organizzazione dei servizi e alla gestione delle risorse umane e tecnologiche
  • utilizzare i metodi e gli strumenti della ricerca nell’area dell’organizzazione dei servizi sanitari
  • comunicare con chiarezza su problematiche sia di tipo organizzativo che interpersonale con gli altri operatori sanitari e con l’utenza
  • analizzare criticamente gli aspetti normativi, etici, deontologici e della responsabilità nelle professioni dell’area sanitaria.

Il Master ha durata annuale e le attività didattiche si svolgono per via telematica.

Prima di lasciarvi, consigliamo di leggere il nostro approfondimento dedicato al ruolo dell’operatore dell’infanzia, un altro esempio di professione in cui le competenze relazionali sono fondamentali.


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